La brusca ma prevedibile interruzione della legislatura, impedirà al Parlamento di esaminare il testo e conseguentemente esprimersi, riguardo al disegno di legge volto alla regolamentazione dell’attività di lobbying, presentato dal ministro Santagata nei mesi scorsi. Un testo che, approvato in Consiglio dei Ministri, conteneva indirizzi disciplinatori precisi, finalizzati a giurisprudenzializzare il lavoro del rappresentante d’interessi, nel suo status, nella sua attività di contatto, nel suo approccio al decisore istituzionale. Attraverso il momento parlamentare, siamo sicuri che avrebbe beneficiato di ulteriori aggiustamenti, ampliamenti e limature; auspichiamo che eligendi e futuri governanti possano concordemente ripartire da questo testo, superando partigianerie e scambievoli diffidenze, al fine di legiferare in un ambito che sembra prepotentemente esigere una disciplina. Il sistema elettorale che trasformerà collegi in eletti, sarà il medesimo frammentato, “tirannopartitico”, vischioso ed antidemocratico della passata legislatura generatore delle gravi seguenti conseguenze: debolezza della maggioranza, ricatti dei partiti minori, “aventiniane” occasioni per distinguersi, coalizioni fragili a rischio perpetuo di sfarinature e collassi. Ebbene, siamo preoccupati. Davvero. Intanto nella patria della vecchia democrazia, l’Inghilterra, l’ex statista Tony Blair è passato da Downing Street a Wall Street, avendo accettato l’incarico di consulente per la banca d’affari americana JP Morgan. Già mediatore di pace in Medio Oriente e ricercato conferenziere, ecco ora un nuovo e ben remunerato impegno per Blair. Chi se ne importa dell’istituto del raffreddamento: conoscenze, relazioni mondiali, entrature maturate a seguito delle sue attività da Primo Ministro, non solo non ostano, ma addirittura agevolano una brillante carriera da lobbista per una prestigiosa banca d’investimenti! L’unico impedimento per Blair consiste nel non poter esercitare attività lobbistica, per un anno, sui ministri inglesi!!! Moltissime aziende e banche d’affari corteggiano ex governanti alla scopo di beneficiare della loro esperienza e del loro blasone; niente di male in tutto questo; l’importante è che questi corteggiati, per loro interessi, non diano l’impressione di profittare del lavoro svolto per la propria Patria!