Recentemente, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel corso dei lavori dell’Assemblea Generale, ha parlato di forti pressioni, esercitate da lobbies economiche e finanziarie, contro la chiesa ed il Papa. Una sorta di guerra portata a tutto ciò che riguarda la cristianità ed il suo messaggio, veicolato attraverso le alte parole del Santo Padre.
Altri vescovi hanno ripreso, poi, le parole del Cardinale Bagnasco e fortificato la tesi, parlando del tentativo in atto di oscurare “la voce della Chiesa” al fine di screditare l’importanza del pensiero cristiano.
Lo strumento impiegato – sempre secondo il giudizio dei “porporati “dell’Oltre-Tevere” -, consisterebbe nella trasmissione di messaggi sbagliati, come quelli denigranti l’istituto del matrimonio tra uomo e donna, oppure quelli che promuovono la confusione dei ruoli nell’identità di genere, o, ancora, servendosi di quelli che mirano ad offendere e screditare la vita.
In particolare, il Cardinale Martino identifica in queste lobbies le nuove e ricche “sante inquisizioni”, che non riusciranno ad influenzare l’attività della Santa Chiesa, tesa a contrapporsi ai relativismi, al laicismo ed agli oscurantismi contemporanei.
Non sappiamo quanto ci sia di fondato nelle parole della Chiesa, espresse attraverso suoi autorevoli rappresentanti e, quanto, soprattutto, abbia inciso nella sua veemente presa di posizione, il fondato timore determinato dalla semplice osservazione della società contemporanea, sempre più affascinata da negativi “relativismi, capaci di trasformare i diritti in arbitrio”.
Un tema di discussione di una rilevante importanza è stato comunque posto e ci permettiamo di congetturare che il tema della trasformazione dei diritti in arbitrio, a causa della diffusione estesa del relativismo, sia destinato a generare confronto e discussione fra chi sostiene tale tesi e chi pensa, ad esempio, che sia l’assolutismo a generare giudizi arbitrari.
E questo lobbies o non lobbies.