martedì 27 ottobre 2009

venerdì 9 ottobre 2009

David Joel Stern - Nba Commissioner

nba

David Joel Stern, avvocato americano rappresentante della lobby ebraica newyorkese, è il commissioner della Nba, la Lega americana di basket professionistico più conosciuta al mondo. Amministra e guida da quasi un trentennio la Nba, ma ne rappresenta soprattutto gli interessi presso Istituzioni americane (recenti e continuati sono stati i suoi incontri con i diversi rappresentanti del Governo nazionale, atti a sollecitare, in tempi di crisi, sovvenzioni al movimento cestistico di oltreoceano), Istituzioni straniere, rappresentanti di altre Leghe di basket e sport diffusi in tutto il mondo. Sotto la sua presidenza è stata originata una specie di diplomazia cestistica, nel senso che lo sport è divenuto strumento e veicolo per avvicinare popoli,  mostrare a tutti questo sport e le sue caratterizzazioni uniche, far conoscere ovunque gli Stati Uniti (moltissimi identificano la Nba con gli Usa e questi ultimi con la Nba). In fondo, la Nba rappresenta in scala minore quella che è la società americana, con la sua multi-razzialità, la possibilità di emergere, un carrierismo mai egoista e dei riconoscimenti riservati a chi eccelle. Anche nel basket americano è centrale e caratterizzante la figura del self-made-man, cioè della persona che partendo da livelli sociali/economici molto bassi riesce ad ascendere tutte le “categorie sociali” ed arrivare ai vertici. In questo contesto che garantisce a tutti opportunità di emergere, David Stern è riuscito ad innestare, con pragmatismo e perseveranza, innovazioni che integrano e bilanciano perfettamente le regole rimaste immutate, che governano e dirigono da anni il basket usa: ha incrementato il merchandising e veicolato il marchio del basket professionistico americano in tutti i Paesi extra-Usa (oltre ad averlo fatto internamente, portando a 30 le squadre del campionato e le cui partite sono tramesse da Abc, Espn e Tnt), ha aperto uffici della lega in tutto il mondo (l’ultimo a Milano), ma soprattutto ha imposto regole durissime ai propri associati: i giocatori. sternPrendiamo ad esempio il nostro sport nazionale, il calcio cioè; ebbene, ai suoi protagonisti, i calciatori, è concesso tutto: indisciplina dentro e fuori (soprattutto) i campi da calcio; revoca di sanzioni esemplari appena comminate; condotte caratterizzate da scarsa deontologia e professionalità....  Nell’Nba tutto questo non avviene; David Stern, partendo dalla considerazione che i propri associati siano dei privilegiati  e che compito di una Lega sportiva consista nel mantenere il suo prestigio anche attraverso una condotta specchiata dei suoi componenti,   ha imposto a questi regole durissime, da alcuni definite addirittura tiranniche: abbigliamento uniforme ed indossato impeccabilmente (al bando ogni maglia fuori dai pantaloni), condotte sportive da educande (prima l’uomo e poi il giocatore), sanzioni pecuniarie pesanti  per chi commette infrazioni o ignora le regole chiare e conosciute,  sospensioni prolungate per  i casi di condotte antisportive (ne sa qualcosa, ad esempio, il recidivo Vince Carter, o, ancora, Alexander Johnson dei Miami Heat, che nel corso della partita della sua squadra contro I Raptors di Toronto, in una fase di gioco ha spezzato, involontariamente, tre denti al suo avversario e nostro connazionale Andrea Bargnani: Johnson è stato squalificato per oltre tre mesi ).  Per Stern non si può veicolare un prodotto (in questo caso la Nba) mondialmente, se questo non si conforma a regole chiare e riconosciute, che possano regorarlo e governarlo; la Nba è il sogno di milioni di ragazzini, come si potrebbe tollerare che questo sogno sia turbato dalla condotta irregolare di pochi? David Stern, inoltre, come detto, ha dilatato incredibilmente i confini della sport più conosciuto al mondo: dall’Europa (Italia particolarmente, con ben tre nostri giocatori), all’Africa, dai Balcani (fucina dei migliori giocatori al mondo: Petrovic, Dalipagic, Divac, Danilovic su tutti), all’Australia ed alla Cina. In quest’ultimo paese, in particolare, si è esercitata ed espressa al meglio l’incredibile capacità   diplomatica di David Stern: ha creato le condizioni affinchè in una compagine americana, Houston, potesse giocare un rappresentante della crescente e potentissima nazione asiatica; con l’inserimento di Yao Ming nella Nba, Stern ha creato anche un collegamento sportivo fra gli Usa e la Cina (anticipando, o affiancando il crescendo di rapporti fra i due Governi)  ed ha offerto un tangibile riconoscimento del peso incredibile che questo Paese va assumendo nel consesso mondiale e nei bilanciamenti diplomatici conseguenti. Doti sportive e geopolitiche, quindi. Stern, inoltre,  ha pronosticato l’ingresso nella Nba, nei prossimi anni, di una squadra tutta europea. Chissa! Tutti noi sappiamo che dal suo ufficio al 19 ° piano dell’Olympic Tower di New york, oltre a dirigere la “sua” straordinaria macchina da spettacolo (e da soldi), starà sicuramente pianificando qualcosa che consenta all’Nba di stare sempre più al passo con i tempi. Come negli ultimi trent’anni in cui Stern l’ha guidata.