Alla conclusione delle elezioni mid term che si tengono a metà mandato presidenziale, Barack Obama è riuscito a mantenere la maggioranza al Senato, perdendo però quella alla Camera. Osservatori e notisti politici affermano che il risultato elettorale sia la diretta conseguenza della insoddisfazione della gente, esasperata anche dalla profonda crisi economica e sociale degli ultimi due anni. Non vogliamo commentare il dato elettorale emerso e ciò che da questo è conseguito; ci limitiamo, semplicemente, ad illustrare la reazione del Presidente e nell’immediato periodo post-elettorale e a distanza di pochi giorni. Obama ha subito riconosciuto la sconfitta e dichiarato prontamente di assumersi le responsabilità per l’insuccesso, non ha nascosto la delusione, ma ha indagato le ragioni della vittoria repubblicana, chiarendone possibili cause (“un’economia troppo lenta a ripartire e che non crea abbastanza posti di lavoro”; “non aver fatto i progressi che avevamo bisogno di fare”). Ha continuato dicendo di essere pronto a lavorare con i Repubblicani e che nei prossimi due anni sarà suo proponimento quello di estendere i tagli delle tasse al ceto medio e alle imprese. Obama ha concesso agli avversari, ma ha parallelamente voluto rimarcare una vittoria del suo Governo (con l’approvazione della riforma sanitaria) e fissare dei paletti alle velleità di John Boehner, nuovo speaker repubblicano della Camera, quando ha affermato che “nessun partito può dettare l’agenda dei lavori”. Il Presidente ha chiuso il suo giro di commenti anche con una battuta - non e' che raccomando ai futuri presidenti di prendere la batosta che ho preso la notte scorsa, ci sono modi più facili di imparare la lezione -, stemperando così i toni aspri della trascorsa campagna elettorale e del suo risultato. Insomma, onestà, schiettezza, rettitudine, responsabilità, ma anche pragmatismo, orgoglio ed ironia: politici italiani, prendete appunti da oltreoceano!