Buon Natale!
domenica 20 dicembre 2009
Arrivederci a Gennaio
Buon Natale!
venerdì 4 dicembre 2009
Lobby o Partito politico?
Piccole lobbies....Partiti politici crescono!
A sinistra. Comunisti-Sinistra Popolare, con leader Marco Rizzo, non è, secondo le affermazini del suo fondatore, l’ennesimo partito comunista sulla scena politica italiana, ma una sorta di nuova lobby morale che ha come proprio simbolo la rappresentazione della falce e martello e che non vive di politica, ma che fa politica per costruire un grande movimento anticapitalista.
Marco Rizzo ha spiegato che il suo nuovo partito vuole diventare una sorta di lobby morale sui comportamenti e sulle azioni di lotta per riconquistare la fiducia della gente e rappresentarne le esigenze.
A destra. Gianfranco Miccichè, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe, è da tempo che va manifestando l’intenzione di dare vita ad un Partito del sud per bilanciare gli equilibri di un Governo fortemente “sbilanciato” a nord, ma anche per rappresentare gli interessi degli elettoridel sud: quasi come fosse una lobby di rappresentanza del Mezzogiorno e dei suoi abitanti.
Miccichè ha sostenuto che del nuovo Partito ci sarebbe bisogno principalmente a Roma e che quindi lavorerà per le prossime elezioni politiche; intanto, però, qualcosa di molto concreto va muovendosi in Sicilia, sua terra d’elezione, in seno all'Assemblea regionale.
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Che i Partiti politici, mediatori tra lo Stato e i cittadini e con la insostituibile funzione di controllo dei governati sui governanti, abbiano intenzione di cambiare la propria denominazione e mission in un futuro vicino?
martedì 24 novembre 2009
Il prossimo rappresentante dei Piccoli Industriali
venerdì 20 novembre 2009
La lobby del calcio
Maurizio Beretta è stato nominato Presidente della Lega Calcio italiana dai rappresentanti dei club di serie A B, nel corso dell'assemblea generale straordinaria riunitasi lo scorso 25 Agosto.
Maurizio Beretta succede al commissario straordinario Giancarlo Abete, che ha guidato
A rappresentare gli interessi del nostro calcio sarà, quindi, un professionista autorevole, competente, di prestigio, già Direttore Generale di Confindustria e, prima ancora, responsabile delle relazioni istituzionali di Fiat.
Maurizio Beretta, intervistato recentemente da un giornalista sul significato e sul valore della sua professione di rappresentante di interessi, ha così risposto: “oggi fare lobbying significa svolgere questa attività su più livelli: locale, nazionale, europeo e, in molti casi, anche mondiale, se si tiene conto del fenomeno della globalizzazione dell’economia. Per me lobbying è la capacità di presentare interessi costituiti in maniera trasparente e riuscire a coniugare questi interessi con quelli di carattere generale, in modo che i decisori possano tenerli nella dovuta considerazione. Compito del lobbista è, quindi, innescare questo circuito virtuoso”.
(Torneremo a parlare di Maurizio Beretta in un prossimo post, centrato completamente sulla sua persona e sulla sua attività di lobbista).
lunedì 9 novembre 2009
venerdì 6 novembre 2009
Lobbying culturale
L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, UNESCO, attraverso il trattato internazionale noto come Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale dell’Umanità, adottato nel 1972, riconosce come Patrimoni, Siti che per specificati e fissati valori costituiscono preziosa eredità a beneficio di tutti noi e, soprattutto, delle generazioni future.
Insostituibili testimonianze di un passato giunto sino ai nostri giorni, moltissimi siti, monumenti e luoghi dovrebbero incentivare la partecipazione di ognuno di noi ad iniziative, azioni e proposte finalizzate alla loro tutela, alla loro valorizzazione ed alla loro protezione.
Sappiamo che azioni in questa direzione - che non si configurano come attività di lobbying vere e proprie, anche se per percorsi e metodologie applicative appaiono del tutto similari - sono state avviate serie e numerose.
Parliamo, fra le tante, di quelle intraprese a vantaggio della città di Ancona, affinchè questa possa essere inserita nella Lista dei Siti del Patrimonio Mondiale, Culturale dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.
Riferimento del Medio-Adriatico per il suo ruolo economico, ma anche per sua la millenaria storia, la scenografica bellezza, il nucleo abitativo all’interno del quale si distribuiscono i più significativi monumenti, le sue strette ed irte vie, il suo Duomo affacciato sul mare, il suo Porto, candidare l’intera città a Patrimonio Culturale e Naturale dell’umanità, nasce, siamo convinti, dal desiderio di vedere riconosciuta la rappresentazione dell’arte che la caratterizza architettonicamente, come qualità da proteggere e preservare come testimonianza di una municipalità originalissima ed inimitabile.
Candidare la città di Ancona a Patrimonio Culturale significa, anche, riconoscere e premiare il suo millenarismo fuso di arte e storia, che compare nelle suggestive cornici ricordate, ma che rischia di disperdersi in rivoli di disinteresse, incuria, assuefazione, apatia.
Nel corso dei prossimi mesi, daremo sicuramente conto dell’esito del percorso di avvicinamento di Ancona a Sito da inserire nella lista del Patrimonio Mondiale e Culturale dell’Umanità tutelato dall’UNESCO.
Ora, però desideriamo parlare anche dello stato dei Beni Culturali nel nostro Paese.
Il Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale risulta costantemente minacciato dal degrado, dall’incuria, dall’erogazione di misure economiche insufficienti ed inadeguate per la sua opportuna valorizzazione; prevederne una forma di salvaguardia e difesa significherebbe conservare un bene la cui sparizione originerebbe un depauperamento per l’intera umanità e non solo per la popolazione presso cui il Sito insisteva.
Parlare di tutela e valorizzazione dei Beni Culturali nel nostro Paese (ma sarebbe così da ogni altra parte, oggi), però, potrebbe sembrare fuori luogo, in un momento come l’attuale, di severa ed assai grave congiuntura economica mondiale.
Potrebbe apparire come sconsigliato abbandono di tutti quegli sforzi riuniti in una solida coralità e finalizzati al superamento della tempesta economica in atto.
Sfiducia, scetticismo, inquietudine, preoccupazione, che stanno attraversando in maniera ubiquista l’Italia di questi mesi, richiedono sì, sforzi per giungere a soluzioni efficaci, e sì, progetti in grado di restituire la serenità trascorsa ed oggi perduta, ma impongono anche di non procedere trascurando qualcosa o lasciando qualcos’altro indietro; valorizzare i nostri Beni Culturali significa far acquistare valore a quel complesso di opere che da sempre costituisce una componente di gran conto - attraverso il turismo - della economia italiana, del suo consolidamento e perfino della sua crescita.
In questo periodo pregno di difficoltà saper scegliere e riuscire a prevedere gli effetti di certi provvedimenti è cruciale; esistono delle aree di criticità nei confronti delle quali intervenire, ma un decisionismo miope e settoriale che pianifichi ed attui misure tampone dimenticando tutto il resto non può che risultare sterile e fuori tempo.
Oggi si tende a riservare importanza a tutto ciò che si stima possa essere in grado di generare profitto o rilanciare l’economia; da qui nasce tutta quella serie di iniziative governative a sostegno di ben determinati settori e specificate categorie, che contiene quel vulnus, inaccettabile per tutti, di praticare considerevoli tagli di spesa a danno del settore della Cultura e dei Beni Culturali e paesaggistici.
Se tutto questo avviene atavicamente in ogni parte del mondo e principalmente nei momenti di crisi, nel nostro Paese, data la ricchezza storico-paesaggistica presente, non può essere tollerato.
Proviamo a considerare quello storico-culturale italiano davvero come un Patrimonio.
martedì 27 ottobre 2009
Roma 24 ottobre, II edizione della Marcia Internazionale per la Libertà
venerdì 9 ottobre 2009
David Joel Stern - Nba Commissioner
David Joel Stern, avvocato americano rappresentante della lobby ebraica newyorkese, è il commissioner della Nba, la Lega americana di basket professionistico più conosciuta al mondo. Amministra e guida da quasi un trentennio la Nba, ma ne rappresenta soprattutto gli interessi presso Istituzioni americane (recenti e continuati sono stati i suoi incontri con i diversi rappresentanti del Governo nazionale, atti a sollecitare, in tempi di crisi, sovvenzioni al movimento cestistico di oltreoceano), Istituzioni straniere, rappresentanti di altre Leghe di basket e sport diffusi in tutto il mondo. Sotto la sua presidenza è stata originata una specie di diplomazia cestistica, nel senso che lo sport è divenuto strumento e veicolo per avvicinare popoli, mostrare a tutti questo sport e le sue caratterizzazioni uniche, far conoscere ovunque gli Stati Uniti (moltissimi identificano la Nba con gli Usa e questi ultimi con la Nba). In fondo, la Nba rappresenta in scala minore quella che è la società americana, con la sua multi-razzialità, la possibilità di emergere, un carrierismo mai egoista e dei riconoscimenti riservati a chi eccelle. Anche nel basket americano è centrale e caratterizzante la figura del self-made-man, cioè della persona che partendo da livelli sociali/economici molto bassi riesce ad ascendere tutte le “categorie sociali” ed arrivare ai vertici. In questo contesto che garantisce a tutti opportunità di emergere, David Stern è riuscito ad innestare, con pragmatismo e perseveranza, innovazioni che integrano e bilanciano perfettamente le regole rimaste immutate, che governano e dirigono da anni il basket usa: ha incrementato il merchandising e veicolato il marchio del basket professionistico americano in tutti i Paesi extra-Usa (oltre ad averlo fatto internamente, portando a 30 le squadre del campionato e le cui partite sono tramesse da Abc, Espn e Tnt), ha aperto uffici della lega in tutto il mondo (l’ultimo a Milano), ma soprattutto ha imposto regole durissime ai propri associati: i giocatori. Prendiamo ad esempio il nostro sport nazionale, il calcio cioè; ebbene, ai suoi protagonisti, i calciatori, è concesso tutto: indisciplina dentro e fuori (soprattutto) i campi da calcio; revoca di sanzioni esemplari appena comminate; condotte caratterizzate da scarsa deontologia e professionalità.... Nell’Nba tutto questo non avviene; David Stern, partendo dalla considerazione che i propri associati siano dei privilegiati e che compito di una Lega sportiva consista nel mantenere il suo prestigio anche attraverso una condotta specchiata dei suoi componenti, ha imposto a questi regole durissime, da alcuni definite addirittura tiranniche: abbigliamento uniforme ed indossato impeccabilmente (al bando ogni maglia fuori dai pantaloni), condotte sportive da educande (prima l’uomo e poi il giocatore), sanzioni pecuniarie pesanti per chi commette infrazioni o ignora le regole chiare e conosciute, sospensioni prolungate per i casi di condotte antisportive (ne sa qualcosa, ad esempio, il recidivo Vince Carter, o, ancora, Alexander Johnson dei Miami Heat, che nel corso della partita della sua squadra contro I Raptors di Toronto, in una fase di gioco ha spezzato, involontariamente, tre denti al suo avversario e nostro connazionale Andrea Bargnani: Johnson è stato squalificato per oltre tre mesi ). Per Stern non si può veicolare un prodotto (in questo caso la Nba) mondialmente, se questo non si conforma a regole chiare e riconosciute, che possano regorarlo e governarlo; la Nba è il sogno di milioni di ragazzini, come si potrebbe tollerare che questo sogno sia turbato dalla condotta irregolare di pochi? David Stern, inoltre, come detto, ha dilatato incredibilmente i confini della sport più conosciuto al mondo: dall’Europa (Italia particolarmente, con ben tre nostri giocatori), all’Africa, dai Balcani (fucina dei migliori giocatori al mondo: Petrovic, Dalipagic, Divac, Danilovic su tutti), all’Australia ed alla Cina. In quest’ultimo paese, in particolare, si è esercitata ed espressa al meglio l’incredibile capacità diplomatica di David Stern: ha creato le condizioni affinchè in una compagine americana, Houston, potesse giocare un rappresentante della crescente e potentissima nazione asiatica; con l’inserimento di Yao Ming nella Nba, Stern ha creato anche un collegamento sportivo fra gli Usa e la Cina (anticipando, o affiancando il crescendo di rapporti fra i due Governi) ed ha offerto un tangibile riconoscimento del peso incredibile che questo Paese va assumendo nel consesso mondiale e nei bilanciamenti diplomatici conseguenti. Doti sportive e geopolitiche, quindi. Stern, inoltre, ha pronosticato l’ingresso nella Nba, nei prossimi anni, di una squadra tutta europea. Chissa! Tutti noi sappiamo che dal suo ufficio al 19 ° piano dell’Olympic Tower di New york, oltre a dirigere la “sua” straordinaria macchina da spettacolo (e da soldi), starà sicuramente pianificando qualcosa che consenta all’Nba di stare sempre più al passo con i tempi. Come negli ultimi trent’anni in cui Stern l’ha guidata.
sabato 29 agosto 2009
La lobby dei sopravvisuti agli squali
Una nuova lobby si è formata in America e come primo atto ha reso testimonianza addirittura davanti al Congresso Usa: è quella dei sopravvissuti agli attacchi degli squali.
Chuck Anderson, Al Brenneka, Mike deGruy, Debbie Salamone insieme ad altri "reduci" si sono riuniti, in quella che il Washington Post ha definito come "nuovissima e bizzarra lobby", per invocare, al cospetto dei legislatori, misure restrittive contro la pesca indiscriminata allo squalo o, meglio, contro il suo feroce depinnamento, praticato soprattutto in diversi paesi dell'Asia per tradizionali quanto barbare abitudini alimentari (zuppa di pinne).
Insomma, una lobby formata per scongiurare l'estinzione della specie del massimo predatore del mare, che parte dall'assunto-slogan della coraggiosa iniziativa, ripetuto dai suoi componenti: "se persino noi, che ancora oggi portiamo i segni indelebili dell'incontro con lo squalo, combattiamo per garantirgli protezione e tutela, tutti quanti, allora, hanno il dovere di fare la stessa cosa". Come dire: protezione che nasce dall'ammirazione nei confronti di un animale affascinante e misterioso, che ha da temere molto di più dagli uomini, di quanto questi non abbiano da temere da lui.
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Piccole lobbies crescono
Comincia a muovere i primi passi e a rafforzarsi in Parlamento una nuova ed agguerrita lobby : è quella dei Parlamentari-Sindaci, composta da circa 20 rappresentanti, che combatte "nel Palazzo" per garantire la regolare erogazione di fondi agli Enti Locali e che si affianca alle altre forti e titolate lobbies dei professionisti (avvocati, notai, commercialisti, medici...), molto influenti ed ascoltate.
mercoledì 24 giugno 2009
Il Vaticano e le lobbies
Recentemente, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel corso dei lavori dell’Assemblea Generale, ha parlato di forti pressioni, esercitate da lobbies economiche e finanziarie, contro la chiesa ed il Papa. Una sorta di guerra portata a tutto ciò che riguarda la cristianità ed il suo messaggio, veicolato attraverso le alte parole del Santo Padre.
Altri vescovi hanno ripreso, poi, le parole del Cardinale Bagnasco e fortificato la tesi, parlando del tentativo in atto di oscurare “la voce della Chiesa” al fine di screditare l’importanza del pensiero cristiano.
Lo strumento impiegato – sempre secondo il giudizio dei “porporati “dell’Oltre-Tevere” -, consisterebbe nella trasmissione di messaggi sbagliati, come quelli denigranti l’istituto del matrimonio tra uomo e donna, oppure quelli che promuovono la confusione dei ruoli nell’identità di genere, o, ancora, servendosi di quelli che mirano ad offendere e screditare la vita.
In particolare, il Cardinale Martino identifica in queste lobbies le nuove e ricche “sante inquisizioni”, che non riusciranno ad influenzare l’attività della Santa Chiesa, tesa a contrapporsi ai relativismi, al laicismo ed agli oscurantismi contemporanei.
Non sappiamo quanto ci sia di fondato nelle parole della Chiesa, espresse attraverso suoi autorevoli rappresentanti e, quanto, soprattutto, abbia inciso nella sua veemente presa di posizione, il fondato timore determinato dalla semplice osservazione della società contemporanea, sempre più affascinata da negativi “relativismi, capaci di trasformare i diritti in arbitrio”.
Un tema di discussione di una rilevante importanza è stato comunque posto e ci permettiamo di congetturare che il tema della trasformazione dei diritti in arbitrio, a causa della diffusione estesa del relativismo, sia destinato a generare confronto e discussione fra chi sostiene tale tesi e chi pensa, ad esempio, che sia l’assolutismo a generare giudizi arbitrari.
E questo lobbies o non lobbies.
giovedì 14 maggio 2009
Associazione "Il Chiostro"
L'associazione "Il Chiostro" promuove la cultura, la pratica e la regolamentazione della trasparenza nella rappresentanza degli interessi, consapevole della necessità che a questa attività seria e professionale siano riservati rispetto e dignità.
L'associazione, come è evidenziato nel proprio sito, si propone i seguenti quattro obiettivi:
1. diffondere i valori e la cultura del pluralismo e di una democrazia aperta al dialogo con chiunque abbia legittimi interessi da rappresentare ai pubblici decisori;
2. delineare una precisa identità dell’attività di lobbying, distinguendola da altre con cui è tuttora confusa e a cui è impropriamente assimilata e diffonderne le caratteristiche peculiari nell’opinione pubblica;
3. ottenere una regolamentazione chiara, semplice e non viziata da pregiudizi;
4. contribuire a un’adeguata formazione professionale interdisciplinare e basata su solidi valori etici dei lobbisti.